Nasci tra scrosci e schiume,
dovendo far di due torrenti un fiume.
Ti rovesci a rapina e non conosci
angustie di tormenti.
Campione dei gradassi,
ti avventi addosso ai sassi con orgoglio:
così, così ti voglio!
Incurante dei graffi,
prendi la vita a schiaffi,
come fanno i ragazzi con la fionda.
Risuona ogni sponda dì'urti e schiamazzi,
e risate da pazzi
a cavallo dell.onda.
Ma che resta di te una volta a valle?
Abbassi, ahimé, la cresta,
ai gorghi dai le spalle,
arreso ti rilassi,
ti rassegni a ogni sorta di salassi
e infine opaco, turpe, t'impaludi.
Oh, quanto mi deludi!
Eri tutto un rigoglio d'energia:
ti sei fatto, per via,
untuoso più dell'Oglio.
per gentile concessione del Professor Giuseppe
Langella, professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore. |
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